Lavori come developer da remoto, o in modalità ibrida?
Allora è il momento giusto per fermarti un attimo, e chiederti come stai andando. E come migliorare.
Ecco allora 5 strategie che ti permettono di avere successo come programmatore a distanza.
Sono qualità che ti rendono un dipendente desiderabile in qualsiasi ambiente di lavoro, anche nel lavoro in ufficio. Ma diventano imprescindibili quando programmi da remoto.
1. Responsabilità
I migliori lavoratori da remoto sono quelli che lavorano senza essere monitorati ogni due secondi. Se gli si dà un compito, sai che lo faranno in tempo e nel modo migliore. E se il task non viene completato in tempo, puoi star tranquillo che c’è una buona ragione per questo.
Dovrebbe essere così anche per chi lavora in ufficio.
Ma attenzione:
Questo tipo di responsabilità fa davvero la differenza in un ambiente di lavoro remoto.
In ufficio infatti, è molto facile per i manager aggiornarsi sullo stato di avanzamento dei lavori con modalità, per così dire, poco invasive. Due chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè, o una domanda volante tra le scrivanie possono bastare.
Questo tipo di supervisione non è possibile da remoto. Alcune aziende allora si sono lasciate tentare da una concezione sbagliata di gestione. Controllare le presenze virtuali, e monitorare costantemente le attività virtuali invia un messaggio sbagliato ai dipendenti. E così si mina il rapporto di fiducia con i dipendenti.
Invece il modo giusto di gestire questa forma di lavoro è dare fiducia, per ricevere fiducia. I datori di lavoro devono dimostrare fiducia nei dipendenti. Devono sapere che i propri dipendenti hanno la responsabilità e la disciplina per fare ciò che viene loro richiesto.
Ecco quindi che devi sentire questa responsabilità, e darne mostra. È tua responsabilità gestire il tuo carico di lavoro, in un clima di fiducia reciproca. Il che significa poter dire che il tuo carico di lavoro è eccessivo, e che quindi non riesci a fare tutto quello che ti è richiesto. Così come avvertire che hai finito prima del previsto, e quindi sei libero di svolgere altri incarichi.
2. Autogestione
Lavorare da remoto significa sapersi gestire. Devi essere in grado di alzarti per lavorare quando devi farlo. Anche se alzarti per andare a cucinarti qualcosa è più allettante. Devi saperti mettere al computer e lavorare. Anche se è quello il giorno in cui esce Elder Ring (e lo scrivo il giorno in cui esce Eder Ring, do you feel my pain?).
Le alternative e le tentazioni sono tante. Specie se lavori da casa, e non hai una separazione tra lo spazio in cui vivi e lo spazio in cui lavori. È facile essere sopraffatti dal mito del “posso sempre farlo dopo”. Procrastinare non è nelle possibilità, quindi devi gestire bene il tuo tempo e fare uno sforzo per portare a termine il tuo lavoro nel tempo richiesto.
E al tempo stesso devi farlo con un certo grado di indipendenza.
Questo succede soprattutto quando trovi un ostacolo. Cercare di risolvere un problema o di imparare qualcosa di poco familiare da soli non è facile. In ufficio, è molto facile chiedere aiuto a un collega. In un ambiente remoto ci sono due problemi. Da una parte è meno spontanea l’interazione con i colleghi. E dall’altra, ogni interazione provoca molte interruzioni causate dalla comunicazione. Immagina, prima devi scrivere la richiesta di aiuto. Poi magari la correggi, perché scrivere non è come fare una domanda al volo. Poi devi aspettare che l’altro scriva la risposta. E anche lui la correggerà. E così via.
Da remoto la capacità di essere autonomi risiede anche nel darti un tempo ragionevole per cercare di risolvere un problema per conto tuo. Ci sono buone possibilità che possa risolverti il problema da solo. E anche se devi fare una domanda, ne saprai già qualcosa in più. E imparerai prima.
Ma attenzione:
Autocontrollo è anche accorgerti di averci provato, sentirti bloccato e quindi chiedere aiuto.
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3. Prenditi cura della squadra
Se fai parte di una squadra, gli obiettivi della squadra e dei tuoi compagni sono importanti almeno quanto i tuoi. Il che in concreto significa avere un occhio di riguardo per le deadline altrui, e per i lavori concatenati. Insomma, se qualche tuo obiettivo è bloccante per altri, tienine conto quando stabilisci le tue priorità.
In questo modo darai il tuo massimo contributo al team remoto. E se tutti all’interno del team seguono questo principio, la produttività della squadra schizzerà alle stelle.
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4. Comunicazione attiva
Un programmatore a distanza senza una buona comunicazione di squadra è solo un freelance. Un freelance che lavora da solo e porta a termine i task in tempo. Tuttavia, questo non è l’ideale per un ufficio – inteso non come spazio fisico, ma come squadra.
I progressi vanno condivisi e discussi insieme, così come i problemi che bloccano i progressi.
Così fai parte di una squadra che funziona, si aiuta a vicenda quando necessario, e impara e cresce insieme.
La parte più complicata è comunicare le difficoltà e i ritardi. Se sei in ritardo, non nasconderlo. La squadra ha senso, e può aiutarti, solo se dici loro esattamente qual è la tua situazione attuale e perché non sei stato in grado di raggiungere il tuo target finora. In questo modo, non solo puoi ricevere un aiuto immediato, ma è fondamentale soprattutto in ottica futura. Oggi tocca a te, domani a un altro. Succede a tutti, se ne esce tutti insieme.
Ma il senso di squadra, in un contesto di lavoro da remoto, dipende dalla comunicazione. Ci sono diversi modi per farlo. Standup quotidiani, round settimanali di recap sui progressi, video riunioni, thread sulle app di messaggistica. Essere un giocatore attivo di una squadra di lavoro da remoto significa partecipare attivamente (dalla regia suggeriscono “proattivamente”) a tutte queste occasioni di comunicazione.
5. Trasparenza
La comunicazione deve essere poi trasparente. Questo perché lavorare da remoto significa comunicare molto attraverso lo scritto. E la comunicazione scritta ha alcuni problemi: è diretta ma trasmette meno emozioni. Offre poi terra fertile a malintesi, fraintendimenti ed errori di comunicazione.
Ecco perché devi sviluppare le tue capacità di comunicazione scritta, e puntare ad essere il più aperto e trasparente possibile. Il linguaggio del corpo non ti può aiutare, non si capisce il tuo umore, l’ironia non viene percepita come tale. Ma non nasconderti. Se hai problemi sul lavoro o sei infelice o improduttivo per altri motivi, non nasconderlo. Se hai un problema personale che deve essere affrontato o che sta influenzando il tuo rendimento sul lavoro, parlane.
Meno aperto sei, meno comunicherai con la tua squadra e meno ti sentirai coinvolto nella tua squadra e nel tuo posto di lavoro. E entrerai in un ciclo negativo, da cui puoi uscire solo parlando apertamente dei tuoi problemi.
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